La direzione consigliata per le visite alla basilica di Aquileia è a sinistra della navata principale. Si entra nella Cripta dove si possono ammirare le fondamenta della costruzione della prima basilica, il complesso teodoriano del 320 d.C. voluto dal vescovo Teodoro, a sud del porto romano, dove si collocava anche l’unico ingresso. Da notare il pavimento in cotto della metà del IV sec. d. C. e gli splendidi mosaici appartenenti ad una casa romana del I sec. a.C, su cui è stata costruita la chiesa e di cui posso mostrare alcuni particolari. La lotta tra gallo e tartaruga. L’ariete con un’iscrizione dedicata a Ciriaco. Il capretto su un albero con un cesto contenente 12 uova. La famiglia di tortore su di un albero. Ritorniamo nella basilica per ammirare per prima cosa l’incredibile pavimento a mosaico che si estende per ben 1300 metri e che si può osservare dall’alto camminando su una passerella di vetro.. I mosaici sono stati realizzati nel 300 d. C. ma sono stati riportati alla luce solamente tra il 1909 ed il 19015 togliendo il metro di materiale che vi era stato deposto per creare un altro pavimento tra l’II ed il XIV secolo. Le raffigurazioni sono ricche di simboli e di immagini allegoriche che lascio interpretare al lettore. Ecco il buon pastore con un flauto nella mano destra. La donna velata ed animali e fiori di tutte le specie. Cherubini che pescano con la rete e l’iscrizione che loda il vescovo Teodoro che fece edificare la basilica. Nell’abside si possono ammirare affreschi dell’II secolo basati sulla tradizione e lo stile bizantino. Vi sono raffigurati l’erede al trono Enrico III e l’imperatore Corrado II in mazzo ai santi. Questa parte della chiesa è stata ricostruita nel 1031 dal patriarca Poppone che diede inizio ad una nuova età dell’oro di Aquileia che era stata distrutta, prima dal terremoto, poi dagli Ungari. A sinistra dell’abside si può ammirare la cappella di San Pietro con il polittico di Pellegrino di San Daniele, un affresco del XIV secolo in alto ed i plutei di Massenzio del IX secolo in basso. Sulla sinistra l’arca dei santi Cantiani della fine del 14° secolo con affreschi del 12° secolo raffiguranti Cristo, la Vergine e Tommaso di Canterbury. Ma la parte più ammirata dalle comitive turistiche è sicuramente la cripta costruita dal patriarca Massenzio ed in seguito modificata da Poppone. E’ completamente ricoperta di affreschi commissionati dal patriarca Ulrich e completati nel 1180. La cripta ha forma semicircolare con avvolti retti da colonne che separano la piccola stanza in tre zone. Lo stile dei dipinti è bizantino. L’esecuzione è opera anche di abitanti del luogo che ripetevano i soggetti raffigurati nei mosaici della basilica di San Marco a Venezia. Vi troviamo Sant’Ermagora, vescovo di Aquileia, consacrato da San Pietro, San Marco, storie della passione, deposizioni dalla croce. Nella parte inferiore un cavaliere combatte un Saraceno. Particolari del battesimo e del ritrovamento del corpo di San Marco. Particolare del soffitto. Del complesso architettonico ci resta da ammirare la torre fatta erigere per scopi difensivi, oltre che come campanile, nell’II secolo dal patriarca Poppone. Della sua funzione difensiva sono testimonianza le spesse mura con le strette feritorie ed il fatto che dall’alto si possa dominare sia il mare che la montagna. E’ stata costruita con pietre recuperate dal teatro romano. Sono splendidi i mosaici che si possono ammirare dal primo piano e che appartengono alla casa romana che abbiamo visitato entrando a sinistra nella basilica. A sinistra del complesso basilicale si trova pure il battistero realizzato dal vescovo Cromazio dal 388 al 408. Era parte integrante della basilica a cui si collegava direttamente al narcete tramite due lunghe ali. Aveva naturalmente funzioni dedicate al battesimo. Termino con un ultimo sguardo alla lupa capitolina donata dalla città di Roma ad Aquileia nel 1919, in occasione dei suoi 2100 anni dalla fondazione.
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